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U11: Ritiro a Segni

A cura di Alberto Mucignat

Il rugby si conclude sempre con il terzo tempo. Ed è così che è finito il nostro ritiro a Segni: al caldo della club house, col caminetto acceso, i ragazzi che mangiano assieme, i genitori gentilmente ospitati. Il ritorno in macchina è una sfilza di foto dei ragazzi che dormono esausti, dopo 2 giorni indimenticabili.

Ora che sapete com'è finita partiamo dall'inizio. Ritrovo al SapienzaSport alle 8 di sabato mattina, carichiamo borse, spesa e 31 giovani rugbisti sul pullman diretto a Segni. Il viaggio si svolge tranquillo, i ragazzi cantano e si divertono, gli allenatori sono ancora rilassati.

Arrivati a Segni capiamo subito che è una città verticale, che si sviluppa in altezza. La corriera ci lascia nel punto più vicino al convento che ci ospiterà. La salita al convento sembra il passo del Mortirolo: è un preludio della lunga giornata che ci aspetta.

Al convento si respira un'aria frizzantina. il bosco dai colori autunnali fa da cornice a un'oasi di pace riempita dalle voci dei ragazzi che iniziano a giocare assieme. Alcuni organizzano subito una partitella, altri si intrattengono con cani e gatti, altri ancora si dedicano alla raccolta di erbe selvatiche per insaporire la cena.

Pepo il condottiero del weekend ha però una precisa tabella di marcia che intende seguire. Partiamo quindi per una sgambatina in montagna, che si trasforma in 4 ore di penitenza su sentieri ripidi. Raggiunta una cima rocciosa, il nostro condottiero concede una pausa per il pranzo al sacco che rende tutti euforici e appagati.

Rientrati in convento i ragazzi ricominciano a giocare ed esplorare il parco, ma non c'è riposo per i giovani rugbisti: subito il condottiero li sprona a una visita al museo di Segni. Dopo la merenda a base di pizza al taglio un'altra breve camminata ci porta al centro di Segni. I ragazzi si entusiasmano per il museo dove mettono a dura prova la guida con domande e curiosità fino all'orario di chiusura.

Rientrati al convento, i ragazzi prendono possesso delle camere e danno inizio al walzer delle docce. Nel frattempo il mitico coach Fabrizione rispolvera le sue doti culinarie cimentandosi in 5kg di pasta alla "amatriciana". L'attesa della cena è ripagata ampiamente dai piatti generosi e dal dolce finale a base di visciole tipiche della zona.

La serata poteva concludersi con due passi per digerire, ma il nostro condottiero ha pietà e dopo un'arringa serale i ragazzi possono salire alle camere. Tutti si addormentano immediatamente senza alcun problema e per il resto della notte cala il silenzio su tutto il convento (quest'ultima frase è un po' romanzata).

La mattina di domenica sveglia alle 7.30, ma c'è chi si sveglia prima, chi russa ancora, chi si cambia silenzioso al buio per non svegliare gli altri. Dopo una colazione spartana, alle 9 siamo pronti per passeggiare in salita fino al campo di Segni dove ci aspetta un raggruppamento impegnativo.

Mettiamo in campo tre squadre equilibrate: le partite sono intense e tutti si ritagliano uno spazio. Diverse prime mete da parte di ragazzi all'esordio ufficiale, attacchi a testa bassa, placcaggi decisi: è rugby vero per tutta la mattina. I coach Pepo e Fabrizio spronano tutti e hanno un consiglio per ognuno. La merenda con ciambellone portato da una mamma ricarica i ragazzi. Alla fine chiudiamo positivamente tutte le partite, i bambini sono felici, i genitori sorridono.

Doccia e terzo tempo concludono il weekend di ritiro. Alla fine il condottiero-filosofo Pepo dice una cosa vera: "siamo partiti con 31 ragazzi, ora siamo una squadra". Questo è un weekend che nessuno di loro scorderà. E nemmeno noi.

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